Il governo Meloni vuole introdurre dal 2024 una nuova figura professionale, l’assistente materna, per fornire un aiuto, anche domiciliare, alle neo mamme nei primi sei mesi di vita del bambino.
Nel 2024 nascerà una nuova professione, l'assistente materna. Per istituirla, secondo quanto riporta l'Ansa, il governo dovrebbe stanziare tra i 100 ed i 150 milioni per introdurre questa nuova figura professionale, per la quale non sarà richiesta una laurea, ma solo un corso di formazione.
L'assistente materna avrà il compito di accompagnare le madri nei primi sei mesi di vita del bambino con un rapporto personale diretto: non solo risponderà alle telefonate, o con videocall, ma sarà disponibile a domicilio per sostenere le donne in questa prima fase della maternità. Già nella Nadef che è stata esaminata a fine settembre dal Cdm ci potrebbe essere un primo riferimento alla proposta che vedrà poi la luce o in legge di Bilancio o nel collegato alla legge di Bilancio.
L'assistente materna risponderà ai tanti e piccoli quesiti e dubbi che per le neo mamme possono rappresentare dei grandi problemi, provocando stress o un senso di inadeguatezza che può sfociare, in alcuni casi, anche in una sindrome depressiva post partum. Sarà quindi compito della nuova figura professionale – già presente in Francia e nei Paesi nordici – spiegare come fasciare il neonato, come comportarsi quando si fa il bagnetto o ha il singhiozzo, o piange ininterrottamente.La filosofia che ispira il provvedimento è quello di compensare quella rete parentale fatta di nonne, zie e sorelle maggiori che dispensavano consigli pratici e che nel tempo si è assottigliata, soprattutto nelle grandi città.
L'assistente materna eviterebbe alle neomamme di andare troppo spesso dal pediatra per problemi non medici, e anche di intercettare un possibile disagio delle mamme dopo il parto. Non sarà quindi una figura sanitaria, come le ostetriche o gli infermieri, non avrà bisogno di una laurea, ma di un corso di formazione della durata di sei o nove mesi. Le modalità operative saranno in parte stabilite con le Regioni: per ora l'idea è un servizio a richiesta delle mamme che disporranno di una ventina di ore per i primi tre mesi dalla gravidanza, estendibili fino a sei mesi. L'obiettivo è di avere tre assistenti materne ogni 20mila abitanti, quindi il numero delle mamme supportate varierà a seconda dei territori.
"Ci sembra ottima l'idea di professionalizzare figure che possano aiutare concretamene neogenitori alle prime armi con tante nuove sfide e fragilità in un contesto sociale sempre più disgregato. Registriamo da tempo un crescente senso di solitudine e quasi di abbandono sociale soprattutto da parte delle neo-mamme, che si manifesta spesso già durante la gravidanza e che può addirittura indurre a preferire l'aborto alla nascita del figlio", ha commentato Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus sulla nuova professione di assistente materna.
"Ben venga dunque – aggiunge – questa iniziativa del Governo, accompagnata però da una profonda rivoluzione culturale e politica che faccia perno soprattutto su una più effettiva e sistematica conciliazione tra le esigenze della famiglia e del lavoro, che dia la libertà piena di accogliere i figli, dedicando loro il tempo necessario, senza dover rinunciare, se desiderano, – conclude – al lavoro e alle prospettive di crescita o di carriera".